domenica 12 maggio 2013

Incontro con SEL



Qui ad Ivrea siamo in piena campagna elettorale e fra non molto avremo le elezioni amministrative.
Si moltiplicano quindi gli incontri e i dibattiti che i vari schieramenti organizzano per presentare i loro programmi ai cittadini.
Tra questi, la forza politica "SEL" ha organizzato alcuni giorni fa una conferenza stampa per presentare un progetto di pista ciclabile che loro vorrebbero realizzare.

Si tratta di un progetto scaturito in seguito ad uno studio di riqualificazione dell'area della ex palestra Cappuccini, lavoro che era stato commissionato un paio di anni fa, dall'attuale amministrazione, ad un'urbanista. In questo progetto l'area interessata si era evidenziata come naturale punto di arrivo di una ciclabile che, seguendo il Canale Cavour, si estenderebbe fino a Torre Balfredo.

Nella presentazione che è stata fatta si è posto l'accento sul fatto che il tracciato di questa pista ciclabile, di quasi 8 Km di lunghezza e che collegherebbe il centro cittadino con il quartiere San Giovanni e con Torre Balfredo, si svilupperebbe interamente sulla strada di servizio del canale, attualmente chiusa al traffico privato ma che la "Coutenza Canale Cavour" sembrerebbe disponibile a dare in uso. La realizzazione di questa pista ciclabile, si è più volte sottolineato, sarebbe quindi praticamente a costo zero per l'amministrazione.

Durante il dibattito che è seguito sono emersi ulteriori dati, ad esempio che il quartiere San Giovanni ha circa 1300 abitanti, pochissimi dei quali oggi utilizzano la bici per andare in centro a causa della pericolosità della strada.

Sono però anche emerse altre considerazioni, prima tra tutte il fatto che quel percorso incrocia la superstrada del viadotto XXV Aprile, meglio noto come "Terzo Ponte", e dovrebbe quindi essere realizzato un sottopassaggio oppure un cavalcavia ciclabile, certo non a costo zero, e nel frattempo si tratterebbe di attraversare la superstrada con la bici per mano.
Poi si è fatto notare che la strada di servizio del canale è priva di protezioni, e che probabilmente una qualche forma di ringhiera o staccionata sarebbe necessaria. E che quel percorso passa lontano da altre strade o abitazioni e quindi dovrebbe essere illuminato, pena il mancato utilizzo quando fa buio, condizione che in inverno si verifica già nel pomeriggio.
E ancora, si tratta di un percorso che attualmente è di terra battuta, quindi poco agevole per le biciclette per via di sassi e buche, quando non di pozzanghere e fango dopo una pioggia. Andrebbe quindi asfaltato, operazione che per fortuna è possibile fare una sola volta e poi dura per molti anni grazie alla non usura del passaggio delle sole biciclette, ma che comunque andrebbe fatto.
E come ultima considerazione si è anche evidenziato il fatto che questo percorso ciclabile favorirebbe sì l'afflusso delle bici verso il centro cittadino, ma che proprio nel centro cittadino mancano poi altrettanto adeguate protezioni alla ciclabilità.

Ma quest'ultima critica è stata anche punto di partenza per una serie di suggerimenti positivi: fermo restando che la pista ciclabile proposta è bella, utile, e sicuramente desiderabile, non sarebbe male se si cominciasse a risolvere il problema della sicurezza dei ciclisti in centro, ciclisti che già oggi sono numerosi e per i quali non si fa praticamente nulla.

Anzichè iniziare con il far affluire ancor più ciclisti da San Giovanni per poi abbandonarli in mezzo al pericoloso traffico del centro, perchè non utilizzare le risorse, di questi tempi un po' scarsine, per fare corsie ciclabili protette nelle principali vie della città? Sono moltissimi i posti dove basterebbe un minimo di volonta "politica" per risolvere il problema e migliorare la vivibilità di Ivrea: corso Massimo D'Azeglio, corso Nigra, corso Vercelli, via Torino, e tanti altri.

Come pure si è fatto notare che la maggior parte di questi interventi potrebbero essere realizzati a costo zero se solo si introducesse la regola che ogni volta che si manomette una strada per fare dei lavori (fognature, acquedotto, teleriscaldamento, ecc.) poi si deve ripristinare realizzando contestualmente anche l'opera di protezione della ciclabilità.
Se questa regola fosse stata stabilita anche solo pochi anni fa, noi oggi avremmo già piste ciclabili quasi dappertutto e non sarebbero costate nulla a nessuno. Cosa aspettiamo a partire in questa direzione?

Certo, come è ben stato fatto notare durante il dibattito, quella che ci manca è la giusta mentalità, la cultura della bicicletta ma più in generale la cultura del ben vivere e dell'ambiente pubblico bello e piacevole per tutti. Iniziative come il Bicibus e il Pedibus stanno incominciando a fare cultura su questi temi, e se a fianco ci fossero azioni coraggiose da parte dell'amministrazione si arriverebbe molto più speditamente a vedere i primi risultati.

L'impressione finale dell'incontro è stata che i candidati di SEL abbiamo ben recepito il messaggio che i ciclisti mandano a gran voce. Speriamo che a loro volta riescano a far passare questi concetti anche ai loro partners politici.


(i presenti all'incontro sono invitati a integrare e aggiungere i loro pareri nei commenti qui sotto)




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