L'utilizzo della bicicletta in città è conveniente per tutti: è conveniente per chi la adopera, perchè in bici non subisce gli ingorghi e le code del traffico, fa del sano movimento e ha modo di incontrare altre persone; è conveniente per gli altri, perchè non inquina e non fa rumore, quindi migliora la vivibilità delle città; ed è conveniente anche per gli automobilisti perchè, se più persone scelgono la bicicletta anzichè l'auto, ci saranno meno auto in circolazione e quindi meno traffico e meno intasamenti!
L'utilizzo della bicicletta in città è quindi conveniente per tutta la società, e perciò stupisce che continui a non essere presa nella giusta considerazione da parte delle amministrazioni comunali. Stupisce che non sia al primo posto nelle priorità ogni volta che c'è da fare qualche modifica alle strade cittadine. Stupisce che sia invece l'auto ad essere prioritaria, nonostante sia rumorosa, inquinante e molto più ingombrante di una bicicletta.
Le amministrazioni comunali dovrebbero invece impegnarsi a realizzare piste ciclabili ben fatte per favorire l'utilizzo della bicicletta in città, ed è questo ciò che richiedono tutti i ciclisti di Ivrea che, già ormai dall'inizio dell'anno, si ritrovano regolarmente l'ultimo venerdì di ogni mese alle ore 18:00 presso la Torre di Santo Stefano e da lì partono per fare insieme un giro in bici per la città. Un giro in gruppo per farsi vedere, per mostrare che esistono, per reclamare maggiori infrastrutture per le bici, ma anche per divertirsi, perchè andare in bici in città è bello e divertente!
Il prossimo incontro sarà venerdì 24 settembre 2010, ore 18:00, Torre di Santo Stefano, Ivrea. Tutti i ciclisti sono invitati.
Non si tratta di una manifestazione contro l'auto, ma di una festa in onore alle alternative ad essa!
L'utilizzo della bicicletta in città è quindi conveniente per tutta la società, e perciò stupisce che continui a non essere presa nella giusta considerazione da parte delle amministrazioni comunali. Stupisce che non sia al primo posto nelle priorità ogni volta che c'è da fare qualche modifica alle strade cittadine. Stupisce che sia invece l'auto ad essere prioritaria, nonostante sia rumorosa, inquinante e molto più ingombrante di una bicicletta.
Le amministrazioni comunali dovrebbero invece impegnarsi a realizzare piste ciclabili ben fatte per favorire l'utilizzo della bicicletta in città, ed è questo ciò che richiedono tutti i ciclisti di Ivrea che, già ormai dall'inizio dell'anno, si ritrovano regolarmente l'ultimo venerdì di ogni mese alle ore 18:00 presso la Torre di Santo Stefano e da lì partono per fare insieme un giro in bici per la città. Un giro in gruppo per farsi vedere, per mostrare che esistono, per reclamare maggiori infrastrutture per le bici, ma anche per divertirsi, perchè andare in bici in città è bello e divertente!
Il prossimo incontro sarà venerdì 24 settembre 2010, ore 18:00, Torre di Santo Stefano, Ivrea. Tutti i ciclisti sono invitati.
Non si tratta di una manifestazione contro l'auto, ma di una festa in onore alle alternative ad essa!
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Ciao, vorrei farvi i complimenti per le vostre iniziative sul panorama ciclistico (non sportivo) eporediese. Di uso sportivo della bici se ne parla fin troppo.
RispondiEliminaOltre ai complimenti vorrei portare anche delle critiche, spero che saranno accolte anche queste...
Bene, nelle vostre manifestazioni vedo molta discontinuità. Dai primi manifesti si intuiva che dovevano essere appuntamenti regolari, poi si è perso decisamente il filo...
Pedalare tutti insieme in strada è bello ed è un grosso segnale. Però mi immedesimo anche negli automobilisti (c'è anche gente che non può pedalare e ci sono anche i mezzi pubblici già snobbati dai più): le vostre manifestazioni intralciano un pò il traffico. Lo dico da ciclista credetemi. Lo dico ancora dopo che spesso rischio di essere investito alle rotonde da automobilisti che non si fermano mai.
L'auto in un paese come l'Italia non può scomparire. Per cui bisogna puntare alla convivenza tra ciclisti, automobilisti ed anche motociclisti.
L'unica soluzione a mio avviso è fare viaggiare le bici, almeno dove possibile, separatamente dalle auto (c'è un qualcosa di simile in via Pavone a Banchette).
In una delle vostre prime manifestazioni (c'ero anche io) siamo passati tutti insieme in C.so Re Umberto. Quando mai un ciclista comune ci passa nella quotidianità? Di solito passa su uno dei due marciapiedi (da una parte 'legalmente e dall'altra no').
A mio avviso le vostre manifestazioni indubbiamente attirano l'attenzione di tutti, scontentano parecchio gli automobilisti (che diciamocelo, sono tenuti in migliore considerazione anche dall'amministrazione comunale) ed accendono grosse simpatie dai soliti pochi simpatizzanti della bici.
Questo non risolve i problemi dei ciclisti.
Comunque tanto di cappello a voi, perchè ad Ivrea oltre ad inoltrarsi email di altre critical mass, non si farebbe proprio nulla.
Saluti
Enrico
Ho capito ma anche gli automobilisti spesso scontentano noi, e poi se siamo veicoli abbiamo il diritto di andare sulla strada, altrimenti ci facciano le piste ciclabili; se ce ne stiamo sempre nascosti e buoni buoni per non dar fastidio non ci ascolteranno mai.
RispondiEliminaIl problema è che siamo troppo pochi.
ciao
Massimo
Anche io non ho capito perché mai il nostro obiettivo dovrebbe essere tenere
RispondiEliminabuoni gli automobilisti... io me le sento tutti i giorni dalle macchine, e
anzi spesso mi prendo anche dei rischi, se sono parcheggiate male, e me le
sento anche dai pedoni se per sicurezza faccio qualche tratto sul
marciapiede, almeno una volta al mese rivendico la strada ANCHE per me e la
mia bicicletta...
sono d'accordo con massimo che il problema sta solo nel numero: siamo
pochi!!
ciao
lucia
Secondo me è anche un problema di equilibrio, ovvero rivendicare senza
RispondiEliminaessere eccessivamente rompipalle. Secondo me bisognerebbe:
1. Proporzionare la strada occupata al numero di partecipanti: se siamo in
10-15 conviene andare in fila per due. Se siamo in 50 si può anche occupare
tutta la corsia.
2. Evitare percorsi di grande scorrimento: gli automobilisti si scocciano di
più in stradale torino o nelle rotondone, in centro sono abituati a fare
coda.
Comunque non è vero che tutti gli automobilisti si arrabbiano, molti sono
divertiti e magari anche d'accordo. Diciamo che si arrabbia circa il 50%.
"Il nostro problema non è che l' Italia è divisa in nord-sud,
destra-sinistra, cattolici-mussulmani. è che un italiano su due è stronzo, è
una persona non bella, che si comporta male, calcola, si fa forte sulle
debolezze degli altri, pensa al suo interesse."
Paolo Rossi
Ciao
Lorenzo
PS Io comunque Lungo Dora nel senso giusto lo faccio in bici, i marciapiedi
sono troppo lenti.
Sono proprio d’accordo con Paolo Rossi e chi lo cita.
RispondiEliminaLa cultura del farsi i propri affari contro tutto e contro tutti ha permeato
una parte importante della società italiana.
L'hanno chiamata "berlusconismo".
Non è una questione di partiti politici, dei quali non me ne importa molto,
bensì di cultura, di politica in senso largo, nel senso della "polis".
Il "berlusconismo" è maggioritario in questo paese, e ne vediamo i risultati
ogni giorno, indipendentemente dal mezzo di locomozione che usiamo.
Quindi, a rettifica di Paolo Rossi, non è il 50% che " è stronzo, è
una persona non bella, che si comporta male, calcola, si fa forte sulle
debolezze degli altri, pensa al suo interesse", ma il 51%.
Fortunatamente c'è un altro 49% di cittadini italiani che non è stronzo,
eccetera.
Il problema è invertire le parti e diventare "noi" il 51%. Almeno.
Nella società, prima di tutto. In politica diventa una conseguenza.
Agostino
si, va bene, quello che dite va tutto bene. però torniamo al punto: se vogliamo che l'amministrazione faccia delle piste ciclabili, separi il traffico motorizzato da quello ciclabile, dando sicurezza ai ciclisti e meno traffico per le auto, se vogliamo tutto questo bisogna che ci sia un numero di bici circolanti che sia significativo, che giustifichi investimenti e scelte. finchè siamo quattro gatti non possiamo sperare in nulla.
RispondiEliminail punto è quindi fare in modo che tanta gente che ora utilizza l'automobile passi ad usare la bici. quindi bisogna fare in modo che la bici piaccia, sia una cosa bella, invidiabile. è mia personale opinione che se ci comportiamo da rompicoglioni, non importa se a ragione o a torto, la vedo dura convincere qualcuno a voler "diventare (rompicoglioni) come noi". già espressi velatamente tra le righe questa mia opinione qualche mese fa qui: http://massacriticaivrea.blogspot.com/2010/06/tante-teste-tante-idee.html
quindi sono d'accordo con tutti i discorsi che avete fatto, però nella situazione contingente credo che dobbiamo mostrare solo il meglio di quello che è l'andare in bicicletta, e lasciare un momento da parte la pur giusta rivendicazione dell'uso della strada, la speranza di un cambiamento della testa della gente, o l'attesa che la politica sia un po' meno di pessimo esempio.
quindi guai a restare nascosti, guai a starcene buoni buoni, facciamoci vedere, ma facciamolo nel modo giusto. Forse non lo sappiamo ancora bene quale sia questo modo giusto, probabilmente dobbiamo studiarci ancora un po', dobbiamo provare modalità differenti, però secondo me come stiamo facendo adesso non va nella direzione giusta e dobbiamo cercare di migliorare.
Stefano.
ps per Enrico: l'uscita in bici è tutti gli ultimi venerdì del mese, non abbiamo mai saltato un mese. all'inizio facevamo un po' più di pubblicità, poi abbiamo forse mollato un po' perchè nessuno ci aiuta a portare in giro i volantini e certe volte noi soliti quattro gatti non ce la facciamo. ma ogni collaborazione è sempre bene accetta, neh!
Intervengo brevemente, oltre che per incoraggiarci a continuare a pedalare, anche per ripetere quanto mi è capitato di dire pedalando negli ultimi venerdì: io penso che la visibilità dell'azione è data dal numero dei partecipanti e non dal disturbo arrecato. Dunque se allunghiamo la fila andando per uno o due ci rendiamo più simpatici.
RispondiEliminaCi vediamo venerdì 29 ottobre, sperando non piova: già perchè la pioggia o la minaccia di pioggia indubbiamente ha fatto ridurre il numero di partecipanti, ed essendo una sola volta al mese, l'intoppo mensile nuoce alla continuità.
Alè!
Pierangelo
Per far fare qualche passo avanti a questa discussione, provo a fare una proposta che da qualche giorno mi frulla in testa.
RispondiEliminaSiccome secondo me i ciclisti a Ivrea non sono pochi (cioè sono molti di più di quelli che partecipano alle nostre pedalate del venerdì) propongo di contarli.
I dati li potremmo usare nei rapporti con l'amministrazione di Ivrea e in future iniziative.
Ci si potrebbe mettere in luoghi significativi (a me vengono in mente il ponte Isabella e via Palestro) e contare i passaggi di bici all'ora.
Ovviamente bisognerebbe farlo per una intera giornata (un sabato o un venerdì di bel tempo) facendo dei turni di presenza.
Che ne dite?
Agostino
Mi fa piacere che il mio post abbia scaturito delle risposte. Io non ho molta voce in capitolo perchè ho partecipato solo al primo incontro ma vi assicuro che di copertoni ne ho consumati molti negli anni!
RispondiEliminaSiamo permeati dalla cultura latina. Quella delle grandi conquiste dell'impero romano ma anche quella della stronzaggine, delle bici rubate, delle liti ai parcheggi, del dito medio sollevato. Quella moderna cultura latina che ha eletto l'auto come status symbol. Quella dell'andare ancora in bici senza casco, eccetera eccetera.
Passerò per antipatico ma 'rompere i coglioni una volta al mese' serve solo a rompere i coglioni...
Io che attraverso in bici la rotonda sulle strisce ciclopedonali rimarrò un ostacolo per l'80% degli automobilisti che si recano al lavoro, anche se mettiamo degli artisti di circo che si esibiscono per Ivrea in bicicletta. C'è qualcosa in noi italiani che ostacola il diffondersi di una sana educazione civica. C'è un nervosismo ed una fretta diffusa tra tutti noi che è in aperto contrasto con l'uso della bici. Trattandosi di un mezzo debole la bicicletta ne fa le spese ma potremmo considerare qualsiasi altro settore debole.
La bicicletta ha delle grosse radici in Italia, soprattutto sul versante sportivo e molto meno sul versante dell'uso quotidiano. Pensate che il fondatore di una nota multinazionale americana di bici (S) iniziò a cercare i componenti per le sue bici nel Veneto ed ora ha sede in Italia una delle sue sedi europee.
A noi non interessa alzare l'interesse sul versante sportivo del ciclismo bensì sul versante dell'uso quotidiano, ovvero sul versante non-latino.
Mi sembra che la vostra iniziativa, lodevole e meritevole, stia facendo leva sul versante latino del ciclismo. Ovvero il versante che porta alla vittoria del più forte. Automobilisti contro ciclisti. Una vittoria scontatissima.
Per me bisogna sconfiggere il nemico, o meglio l'antagonista, percorrendo delle vie completamente alternative.
L'idea di Agostino mi sembra invece una proposta interessante. Il conteggio però andrebbe effettuato da una persona super-partes oppure da volontari della protezione civile per esempio...
Altra idea sarebbe quella di qualche commerciante che offre sconti a chi si reca a fare acquisti in bici.
Ancora ciao
Enrico